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Stiamo dando le imprese italiane in mano alla criminalità organizzata Silb: va data agli imprenditori la possibilità di lavorare

Stiamo dando le imprese italiane in mano alla criminalità organizzata
Silb: va data agli imprenditori la possibilità di lavorare 

Silb e Fipe bussano alla porta del Ministero della Salute.

L'associazione che raggruppa i locali da ballo italiani e quella che unisce i pubblici esercenti ha chiesto un incontro istituzionale per  portare alle istituzioni le istanze di migliaia di lavoratori, stante una situazione sociale in cui per strada le precauzioni sono totalmente ignorate mentre   chi gestisce locali si trova nell'impossibilità di lavorare. 

"Stiamo dando le imprese italiane in mano alla criminalità organizzata" è il grido che si leva alto. A dirlo è chi ci è passato e ha combattuto rischiando la sua azienda e la sua persona, Valeria Grasso, imprenditrice che ha fatto arrestare membri del clan Madonia e ha collaborato con la giustizia, vivendo sotto scorta. 

Ma è proprio questo il punto: la società ha ripreso a vivere con le dovute precauzioni, mentre le aziende di intrattenimento restano ferme e rischiano di finire in mano alla criminalità organizzata, come successo ad alberghi ed esercizi commerciali. 
Presenti all'incontro al Ministero,  Valeria Grasso, oggi delegata ai rapporti istituzionali del Ministero, il Presidente di Silb Maurizio Pasca e il Direttore Generale di Fipe Roberto Calugi. Insieme a Maurizio Pasca, Vincenzo Grasso, delegato Silb Palermo. 

Aprire un tavolo di discussione fra i sindacati degli imprenditori e il Comitato tecnico Scientifico è la proposta emersa, dopo aver analizzato il quadro complessivo del comparto.

Risulta evidente che il virus non diserta strade e piazze mentre sembra sia responsabile di tutti i contagi in discoteca. Cosa improbabile, leggendo i dati: dalla chiusura delle discoteche avvenuta ai primi di settembre, i positivi sono saliti da poco più di 400 a oltre 1.500.  

E siccome in gioco ci sono posti di lavoro e una notevole fetta del Pil, si rivela urgente evidenziare procedure che consentano agli imprenditori di lavorare come il resto della società. 

"Come Fipe siamo certi che gli operatori e gli associati faranno tutto quanto possibile per rispettare le prescrizioni. Siamo altresì convinti che tenendo tutto chiuso aumentino le tensioni sociali già evidenti negli ultimi giorni, con una gestione incontrollata delle notti, pericoli per i giovani e un'esplosione di abusivismo" – ha dichiarato il Direttore Generale di Fipe Roberto Calugi.  

"In ballo, per quanto ci riguarda, c'è la vita di 3.500 imprese con un indotto a cascata su decine di famiglie e un diritto alla gioia e al divertimento sicuro che non può prescindere dall'essere umano. E che certamente siamo più  in grado di garantire all'interno di un locale piuttosto che per la strada" ha dichiarato Maurizio Pasca, Presidente Silb.  

La proposta di un Tavolo di Discussione con il CTS è stata favorevolmente accolta e approvata. 

L'obiettivo: una riapertura in sicurezza dei locali da ballo. Per salvare le aziende italiane da morte certa. 

"La criminalità sta affilando i coltelli, assorbiranno tutte le aziende in crisi e ne faranno lavanderie di denaro sporco. Non possiamo permetterlo -afferma Valeria Grasso- Dobbiamo sconfiggere questa piaga. I giovani non rinunceranno a vivere e preferirei lo facessero in locali sicuri e non in luoghi gestiti dalle mafie" 

"La deriva morale non è imputabile alle discoteche, abbiamo visto in questi giorni cosa accade ben lontano da esse. Episodi di violenza che non si fermeranno se lasciati nell'anarchia, mentre in un locale ci sono strumenti e organizzazione per arginarli.  In compenso, gli imprenditori falliranno se non si da loro al possibilità di lavorare". 

Per dare ai lavori una necessaria celerità, si procederà quanto prima a un secondo incontro presso il Ministero della Salute. 



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