L'altra sera parlavo con Manuel, il "vocalist" del Bolgia che si 'lamentava' del fatto che scrivo di tutti e non di lui. Un po' è vero: la categoria dei vocalist mi sta cordialmente antipatica. Eppure sabato sera a Manuel ho fatto i complimenti perché si è lanciato in un discorso a metà tra religione e delirio. Diciamo che a Manuel interessano tre cose: i soldi, il sesso e il Bolgia e il sesso non è la parola che usa di solito e l'altra sera è arrivato a fare paragoni tra la Trinità e i tre djs del Bolgia, i Monkey Lovers... Ma sono cose che si dicono di notte, se strappano un sorriso vanno benissimo.
Diciamo pure che, con qualche eccezione (e dentro queste eccezioni di metto senz'altro Manuel, Andrea Lovo del Mazoom, Jacopo del Circus di Brescia e Mc Cody che lavora con Vannelli, Alle Torelli che in questo momento lavora molto al Fura di Desenzano...), io sto così bene quando in discoteca i vocalist non li sento.
In discoteca io vado per lavoro e per la musica e per vedere (sono sposato, solo vedere) un po' di belle donne e conoscere donne / uomini / trans / ragazzi... insomma per fare casino come tutti. E siccome di solito sono allegro, non ho affatto bisogno di uno che dietro a un microfono mi dica: su le mani. E i rito del saluto di quelli che hanno il tavolo non lo sopporto. Diciamo che i vocalist, termine italiano che in inglese non esiste visto che la parola vuol dire cantante, dovremmo chiamarmi Mc ovvero master of ceremonies, ovvero maestri di cerimonie, ovvero gente che più che altro 'rappa' o parla dietro a un microfono e 'carica una festa'. Negli anni '90, nei primissimi anni '90, alla feste in Uk e in discoteca c'erano già e non salutavano i tavoli. Ecco gli mc italiani si dividono in tre macro categorie: quelli che cantano. In questi si distinguono quelli/e che sanno cantare come Isa B e Cristal, belle donne, tra l'altro... Tutti gli altri, e sono tanto, bisognerebbe davvero eliminarli visto che stonano come campane. Poi ci sono i vocalist fashion. Tra i maestri di questa 'sezione', citiamo Faber, Jacopo del Circus, Alle Torelli. Ecco, loro hanno tutti quanti una caratteristica che ai colleghi meno affermati spesso sfugge: sanno essere simpatici e scherzano sempre. Su tutto, senza paura. Jacopo, ad esempio, come dargli torto, ignora gli uomini e scherza sempre con le ragazze del club e la cosa non è male. Il consiglio quindi è proprio questo questo: scherzate e non tiratevela che non siete dei divi, siete animatori.
Ultima sezione, i vocalist di tendenza, quelli che presentano i top dj internazionali. Di solito, se non sempre, sono gay oppure sanno essere trasgressivi che è anche meglio. Il bello di questo tipo di animali da console e che intervengono raramente, che so, ogni 15 minuti, e lasciano spazio alla musica. Per loro scherzare è naturale, giocare col pubblico, provocarlo. L'altra sera ero a Le Palafitte ad Iseo e c'era una gran bella donna al microfono (non mi ricordo il nome) ma ogni tanto lo passava all'organizzatore Andrea Cancio, che ci ha fatto passare da Iseo a New York con un jet pieno di alcolici di qualità, champagne, ricchi premi, cotillones... Visto che la musica era deep house e non la solita elettronica, era un mix proprio originale e riuscito. Se l'essere diversi dal solito e davvero un po' fuori di testa diventasse regola per i vocalist, andare in discoteca sarebbe molto, molto meglio. (Lorenzo Tiezzi alladiscoteca.blogspot.com)
Diciamo pure che, con qualche eccezione (e dentro queste eccezioni di metto senz'altro Manuel, Andrea Lovo del Mazoom, Jacopo del Circus di Brescia e Mc Cody che lavora con Vannelli, Alle Torelli che in questo momento lavora molto al Fura di Desenzano...), io sto così bene quando in discoteca i vocalist non li sento.
In discoteca io vado per lavoro e per la musica e per vedere (sono sposato, solo vedere) un po' di belle donne e conoscere donne / uomini / trans / ragazzi... insomma per fare casino come tutti. E siccome di solito sono allegro, non ho affatto bisogno di uno che dietro a un microfono mi dica: su le mani. E i rito del saluto di quelli che hanno il tavolo non lo sopporto. Diciamo che i vocalist, termine italiano che in inglese non esiste visto che la parola vuol dire cantante, dovremmo chiamarmi Mc ovvero master of ceremonies, ovvero maestri di cerimonie, ovvero gente che più che altro 'rappa' o parla dietro a un microfono e 'carica una festa'. Negli anni '90, nei primissimi anni '90, alla feste in Uk e in discoteca c'erano già e non salutavano i tavoli. Ecco gli mc italiani si dividono in tre macro categorie: quelli che cantano. In questi si distinguono quelli/e che sanno cantare come Isa B e Cristal, belle donne, tra l'altro... Tutti gli altri, e sono tanto, bisognerebbe davvero eliminarli visto che stonano come campane. Poi ci sono i vocalist fashion. Tra i maestri di questa 'sezione', citiamo Faber, Jacopo del Circus, Alle Torelli. Ecco, loro hanno tutti quanti una caratteristica che ai colleghi meno affermati spesso sfugge: sanno essere simpatici e scherzano sempre. Su tutto, senza paura. Jacopo, ad esempio, come dargli torto, ignora gli uomini e scherza sempre con le ragazze del club e la cosa non è male. Il consiglio quindi è proprio questo questo: scherzate e non tiratevela che non siete dei divi, siete animatori.
Ultima sezione, i vocalist di tendenza, quelli che presentano i top dj internazionali. Di solito, se non sempre, sono gay oppure sanno essere trasgressivi che è anche meglio. Il bello di questo tipo di animali da console e che intervengono raramente, che so, ogni 15 minuti, e lasciano spazio alla musica. Per loro scherzare è naturale, giocare col pubblico, provocarlo. L'altra sera ero a Le Palafitte ad Iseo e c'era una gran bella donna al microfono (non mi ricordo il nome) ma ogni tanto lo passava all'organizzatore Andrea Cancio, che ci ha fatto passare da Iseo a New York con un jet pieno di alcolici di qualità, champagne, ricchi premi, cotillones... Visto che la musica era deep house e non la solita elettronica, era un mix proprio originale e riuscito. Se l'essere diversi dal solito e davvero un po' fuori di testa diventasse regola per i vocalist, andare in discoteca sarebbe molto, molto meglio. (Lorenzo Tiezzi alladiscoteca.blogspot.com)